Grandi derivazioni idroelettriche, approvata la nuova legge

Al centro sostenibilità ambientale, tutela e miglioramento dell’ecosistema e della biodiversità

Sostenibilità ambientale, tutela e miglioramento dell’ecosistema e della biodiversità lungo i corsi d’acqua interessati, incremento della produzione di energia verde a parità di risorsa idrica utilizzata e sicurezza delle operazioni di gestione delle dighe. Con queste finalità la Regione Emilia-Romagna ha approvato una nuova legge sulle grandi derivazioni a scopo idroelettrico.

Il testo, proposto dalla Giunta, è stato approvato l'11 dicembre 2020 dall’Assemblea legislativa, che fissa modalità e procedure di assegnazione delle concessioni e il canone annuo che i gestori sono chiamati a versare alla Regione. In tutta l’Emilia-Romagna se ne contano nove, gestite dal Gruppo Enel.

Tra le novità in arrivo, particolarmente rilevante l’aggiornamento dell’importo dovuto da parte dei concessionari attualmente fissato in circa 14 euro a kilowatt. In linea con quanto disposto anche da altre Regioni, sarà sostituito da un canone a doppia composizione: una quota fissa di 40 euro per ogni kilowatt di potenza nominale media annua – rispetto al minimo di 30 euro definito dalla legge nazionale è di 30 euro – e una quota variabile, calcolata sulla percentuale dei ricavi ottenuti dal concessionario.
Si prevede inoltre l’obbligo di fornire annualmente e gratuitamente alla Regione una quantità di energia di 220 chilowattora per ogni chilowatt di potenza nominale media di concessione che sarà destinata al 100% a servizi pubblici e categorie di utenti dei territori provinciali interessati dalle derivazioni. È ammessa la monetizzazione del valore dell’energia.

Le novità della legge

La nuova legge regionale prevede che al termine delle attuali concessioni, il giorno 1 aprile 2029, tutte le opere “bagnate” delle dighe - infrastrutture di raccolta, regolazione e derivazione dell’acqua, i canali di adduzione, le condotte forzate e i canali di scarico – passeranno in proprietà alla Regione e dovranno essere consegnate da Enel in stato di regolare funzionamento.
La Regione, con un’analisi caso per caso, potrà inoltre procedere a nuove assegnazioni attraverso gara pubblica ammettendo, in via secondaria, anche assegnazioni a società a capitale misto pubblico-privato oppure mediante forme di partenariato pubblico-privato.
Il bando di gara definirà obblighi e limitazioni gestionali con particolare riguardo alla previsione dell’utilizzo delle acque invasate per usi diversi, come potabile e irriguo, e per fronteggiare situazioni di emergenza idrica, calamità, incendi e necessità di protezione civile. Regolerà inoltre il mantenimento della capacità utile di invaso, anche attraverso una adeguata gestione dei sedimenti, e i vincoli inerenti alla sicurezza delle persone e del territorio; gli obiettivi minimi da raggiungere mediante opere di manutenzione straordinaria e modifica degli impianti, ai fini di migliorarli dal punto di vista energetico e i livelli minimi da conseguire con interventi di conservazione, miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico di pertinenza, finalizzati alla tutela dei corpi idrici e alla mitigazione degli impatti sull’ambiente.
Le nuove concessioni avranno scadenza compresa tra venti e quarant’anni, in casi di proposte particolarmente complesse estendibili di dieci anni.

Le grandi derivazioni in Emilia-Romagna

Due sono le grandi derivazioni nel piacentino: lo sbarramento sul Po ad Isola Serafini, in comune di Monticelli d'Ongina e l'impianto di Salsominore sul torrente Aveto, a Ferriere.
Altre due si trovano nel parmense: una afferisce al bacino dell'Enza e comprende le centrali di Rigoso, Selvanizza, Palanzano e Rimagna; la seconda riguarda il bacino del Parma e comprende gli impianti di Bosco di Corniglio e Marra di Corniglio.
Una grande derivazione si trova a Ligonchio, nel reggiano, e comprende il sistema idroelettrico afferente alle tre centrali di Ligonchio Ozola, Ligonchio Rossendola, Predare.
Due le derivazioni nel modenese: una nei territori di Frassinoro e Montefiorino, con le centrali di Farneta e Muschioso; l’altra a Riolunato, sul torrente Scoltenna.
In provincia di Bologna sono 5 gli impianti che afferiscono a un’unica grande derivazione che ricomprende gli impianti di Pavana, Suviana, Bargi, Santa Maria e Le Piane.
Nel forlivese-cesenate c'è la centrale di Isola, sul Bidente, in comune di Santa Sofia.

Il commento

“Come previsto dalla delega dello Stato, entro l’anno ogni Regione doveva approvare una disciplina di dettaglio in tema di grandi derivazioni- ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo -. L’Emilia-Romagna ha saputo fare di quest’obbligo normativo un’occasione per fare un ulteriore balzo in avanti per la cura del territorio, la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile. Sono soddisfatta perché questa scelta è stata assunta con l’assenza di voti contrari, un risultato particolarmente importante e significativo frutto dell’interesse collettivo che tutti i gruppi in Aula hanno saputo dimostrare, anche grazie al lavoro svolto dal relatore di maggioranza della Legge Igor Taruffi e dalla collaborazione del relatore di minoranza Marco Mastacchi”.


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