Biometano
Cos’è il biometano?
Il biometano è un combustibile rinnovabile che può essere ottenuto dalla purificazione (upgrading) del biogas prodotto da digestione anaerobica o dalla gassificazione di scarti organici. Questo processo rende il biogas del tutto assimilabile al gas naturale di origine fossile e quindi utilizzabile come fonte energetica nelle stesse reti di distribuzione. Il biogas è prodotto dalla digestione anaerobica di materiale organico, processo che avviene in condizioni di assenza di ossigeno ad opera di differenti specie di batteri, ognuna delle quali ha un ruolo in una specifica fase della digestione anaerobica. Il biogas può essere prodotto da:
- Effluenti zootecnici
- Residui colturali
- Sottoprodotti agricoli e agroindustriali
- Frazioni organiche del rifiuto urbano
- Fanghi di depurazione
In sintesi:
- Il biometano è prodotto dalla raffinazione del biogas fino a raggiungere un contenuto in metano al 95%
- Il biogas deriva dalla digestione anaerobica di reflui civili e agricoli, da rifiuti alimentari o da biomasse dedicate
- Il biometano genera emissioni di gas serra inferiori del 75% - 200% rispetto ai combustibili Fossili (Comitato Termotecnico Italiano)
Cosa fa la Regione?
La Regione Emilia-Romagna è stata pioniera nella promozione del biometano finanziando azioni sperimentali e dimostrative come il progetto BioMethER (coordinato dal consorzio in-house ART-ER) e sviluppando azioni di policy regionali come la prima Legge Regionale sull’Economia Circolare nel dicembre 2015.
A livello nazionale la Regione ha partecipato attivamente al percorso normativo per il biometano su due fronti:
- contribuendo alla elaborazione del Rapporto tecnico UNI/TR 11537 che definisce gli aspetti tecnici legati alla qualità del biometano per l’immissione nelle reti di trasporto e distribuzione, attraverso l’introduzione della possibilità di estendere i requisiti di qualità fissati nel rapporto anche al biometano prodotto da fanghi di depurazione e da biogas di discarica.
- contribuendo di concerto con le Regioni Lombardia e Piemonte alla consultazione sulle bozze dei decreti “Biometano” in particolare relativamente ai sistemi di incentivazione, al metodo di calcolo della quantità di biometano distribuito nei trasporti, ed al regime “standstill”.
Numerosissime sono state le azioni di sensibilizzazione, approfondimento, attraversi eventi, seminari, sostenuti ed organizzati in Emilia-Romagna sul tema biometano, che hanno contribuito a creare le condizioni al settore di partire con le prime realizzazioni immediatamente all’indomani dell’entrata in vigore del decreto “sblocca biometano” (2 marzo 2018).
Questo forte interesse a livello regionale è stato confermato anche nella pratica industriale, infatti su 11 impianti di produzione di biometano commerciali realizzati in Italia nel primo anno di operatività del decreto, ben 5 sono collocati in Emilia-Romagna. A questi si aggiungono altri 4 impianti dimostrativi di piccola taglia.
Un forte impulso allo sviluppo del biometano può venire inoltre dal settore agricolo e agroindustriale, con alcune filiere produttive di eccellenza che possono essere riorganizzate al fine di valorizzare i sottoprodotti della produzione anche attraverso impianti di produzione di biometano consortili.
Nell’ambito del PSR, operazione 6.4.02 “Diversificazione attività agricole con impianti per la produzione di energia da fonti alternative”, 6,8 milioni di euro sono stati messi a disposizione delle aziende agricole rientranti, per dimensioni, nella categoria delle piccole e micro imprese. L’obiettivo del finanziamento è favorire la diversificazione delle attività delle imprese agricole attraverso la realizzazione di impianti per la produzione e la vendita di energia da fonti alternative e sostenibili, utilizzando le risorse naturali presenti nelle zone rurali: aree boscate, risorse idriche, solari, eoliche e sottoprodotti o scarti di produzioni agricole, forestali o agroalimentari, senza l’attivazione di colture dedicate. Sono ammessi al sostegno anche impianti per la produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e/o elettrica e impianti per la produzione di biometano.
Sul fronte ricerca e innovazione a livello regionale il biometano continua ad avere una rilevanza strategica per la Smart Specialization Strategy 2021-2027 con particolare riferimento ai sistemi “Power to Gas” e biometano liquido che hanno un alto potenziale di ricadute sul sistema regionale.
L’economia circolare è ora più vicina e concreta e auspichiamo che i risultati e le esperienze messe in campo in questi sette anni da BioMethER possano essere replicate e di esempio non solo per il sistema regionale ma anche per tutti gli attori della filiera agroindustriale nazionale ed europea.
Il biometano nel PNRR
Allo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è dedicato l’investimento 1.4: Sviluppo biometano della Componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La linea di investimento ha una dotazione finanziaria di 1,92 miliardi di euro e si pone l’obiettivo di:
- riconvertire e migliorare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano da utilizzare sia nel settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale sia nei settori terziario e dei trasporti;
- supportare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano (attraverso un contributo del 40 per cento dell’investimento), sempre con le stesse destinazioni;
- promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l'uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l'approvvigionamento di materia organica nei suoli, e creare poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti con produzione di fertilizzanti di origine organica;
- promuovere la sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a metano/biometano;
- migliorare l’efficienza in termini di utilizzo di calore e riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola scala esistenti per i quali non è possibile accedere alle misure di riconversione.
Attraverso questo intervento sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.
Il Ministero della Transizione ecologica (Mite) ha pubblicato il decreto n. 340 del 15 settembre 2022 “Sviluppo del biometano, secondo criteri per promuovere l'economia circolare - Produzione biometano” nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 2” Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, Investimento 1.4 del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Il decreto del Mite (nuovo decreto biometano) si prefigge di sostenere la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale e prodotto, nel rispetto dei requisiti di sostenibilità previsti dalla direttiva 2018/2001/UE, da impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo oggetto di riconversione.
Gli incentivi ammontano a complessivi 1,7 miliardi a valere sul PNRR.
Oltre agli investimenti sopra richiamati, sarà introdotta la “Riforma 1.2: Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile” che intende promuovere, in coordinamento con gli strumenti esistenti per lo sviluppo del biometano nel settore dei trasporti, la produzione e l’utilizzo del biometano anche in altri settori, e nello specifico amplia la possibilità di riconversione degli impianti esistenti nel settore agricolo.