Introduzione
Con l'approvazione della delibera da parte della Giunta regionale, prende il via il progetto di legge per la "Localizzazione degli impianti alimentati a fonti rinnovabili nel territorio regionale" (PDF - 64,5 KB), che riguarda l'individuazione delle aree idonee per ospitare impianti alimentati da fonti rinnovabili nel territorio regionale. Un passaggio fondamentale per concretizzare le politiche regionali in tema di transizione ecologica e sviluppo sostenibile, oltre che per assicurare l'adempimento degli obiettivi assegnati all'Emilia-Romagna dalla normativa nazionale.
Aree idonee
Il provvedimento si inserisce infatti nel quadro del burden sharing nazionale che prevede, entro il 2030, il raggiungimento di 6,3 GW di potenza aggiuntiva da FER (Fonti di Energia Rinnovabile) in Emilia-Romagna, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo nazionale di 80 GW. Il potenziale incremento di potenza installata sulle aree idonee così come identificate da questo atto, può raggiungere circa 10 GW, oltre quindi gli obiettivi assegnati.
Per definire le aree idonee, è stata fissata una serie di requisiti tecnici e ambientali. La priorità sarà data a zone degradate, marginali o danneggiate dal punto di vista ambientale, nonché a vecchie cave, aree industriali abbandonate, discariche o terreni adiacenti a infrastrutture. Saranno invece escluse le aree agricole di pregio, le zone protette, i beni culturali e i paesaggi tutelati dalla pianificazione territoriale. Il documento sarà ora oggetto di discussione con tutti gli operatori del settore e sarà presentato giovedì pomeriggio anche nell'ambito del Patto per il Lavoro e per il Clima.
La sfida delle rinnovabili
"Questa legge è un esempio concreto di come la Regione intenda affrontare la sfida delle energie rinnovabili con strumenti innovativi, equi e territorialmente responsabili", affermano il presidente, Michele de Pascale, e l’assessora all'Ambiente, Irene Priolo. "Allo stesso tempo prova a colmare le difficoltà che le imprese stanno affrontando a causa dei costi dell’energia, favorendo l’installazione di impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo delle aziende. Sappiamo che la transizione energetica deve essere accelerata, ma deve avvenire con un patto chiaro tra istituzioni, imprese e cittadini. Tutelare l’ambiente e promuovere lo sviluppo non sono obiettivi in contraddizione, ma due facce della stessa politica.”
"Con questo progetto di legge, diamo una risposta attesa e strutturata all’esigenza di sviluppare energie rinnovabili nel rispetto del territorio", sottolineano il vicepresidente, Vincenzo Colla, e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, che hanno collaborato al percorso di realizzazione del testo. "Offriamo a cittadini, enti locali e operatori del settore un quadro normativo chiaro, trasparente e sostenibile, basato su criteri ambientali, paesaggistici, agricoli e di investimento. Non ci limitiamo a favorire la localizzazione degli impianti nelle aree meno pregiate, ma mettiamo in campo regole forti per una transizione energetica sostenibile, strumenti di monitoraggio, compensazione ambientale e tutela delle colture di pregio, permettendo investimenti innovativi".
Maggiore chiarezza per i comuni
La nuova normativa introduce un quadro regolatorio che fornisce ai comuni una maggiore chiarezza nel definire le aree in cui è possibile, o non possibile, costruire impianti per le energie rinnovabili (FER): fotovoltaico, eolico, biomasse, biometano, geotermico, ecc. velocizzando l'iter autorizzativo nelle zone già individuate come adatte. L'obiettivo è rispondere all'esigenza di dare stabilità agli operatori, evitare un consumo di suolo non pianificato e minimizzare i contrasti a livello territoriale. La legge, in aggiunta, considera gli obiettivi di protezione ambientale e del paesaggio, stabilendo meccanismi di valutazione degli impatti cumulativi e incoraggiando soluzioni che combinano la produzione di energia, l'agricoltura e la biodiversità, come l'agrivoltaico sostenibile.
Ultimo aggiornamento: 13-05-2025, 17:32