Efficienza energetica, riduzione consumi, NZEB e ZEB

Il termine “efficienza energetica”, riferito agli edifici, può indicare sia le soluzioni tecnologiche la cui adozione riduce i consumi di energia termica o elettrica, sia quelle che hanno come finalità l’autoproduzione in sito di energia da fonti rinnovabili, in sostituzione dell’approvvigionamento tradizionale.

Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo nel settore delle politiche energetiche in ambito europeo ed internazionale, che ha progressivamente puntato in maniera sempre maggiore allo sfruttamento delle opportunità economiche, sociali e ambientali offerte dalla promozione dell’efficienza energetica.

Attualmente gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 in Europa. Risulta quindi chiaro che il settore europeo dell’edilizia presenta un enorme potenziale in termini di efficienza energetica.

Il quadro normativo

Tra il 2018 e il 2019 l’Unione europea ha definito i propri obiettivi in materia di energia e clima per il periodo 2021-2030 con il pacchetto legislativo “Clean energy package”. Il pacchetto, che comprende diverse misure normative nei settori dell'efficienza energetica, delle rinnovabili e del mercato elettrico, sviluppa il principio dell’”energy efficiency first”. Questo principio considera l’efficienza energetica una vera e propria fonte energetica, sulla quale secondo l’Ue gli investimenti pubblici e privati devono concentrarsi prioritariamente rispetto ad altre fonti energetiche più complesse o costose.

A livello europeo, la norma di riferimento per l’efficienza energetica negli edifici è la direttiva 2018/844/Ue (“EPBD III”), che ha modificato le direttive 2010/31/Ue sulla prestazione energetica nell'edilizia e 2012/27/Ue sull'efficienza energetica. La direttiva è stata recepita nell'ordinamento nazionale con il d.lgs. 10 giugno 2020, n. 48.

Nel 2021 la Commissione europea ha proposto una revisione della direttiva 2018/844/Ue, per allinearla al suo obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'Ue del 55% entro il 2030 e di conseguire la neutralità climatica entro il 2050.

Tale revisione definisce la strategia per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, introducendo tra le altre cose una nuova definizione di “edifici a energia zero” (ZEB) e modificando le definizioni esistenti di “edificio a energia quasi zero” (NZEB) e di “ristrutturazione profonda”.

Gli “edifici a energia quasi zero” (NZEB)

Un “Nearly Zero Energy Building” (NZEB) è un edificio che presenta prestazioni energetiche molto elevate e il cui basso (“quasi zero”) fabbisogno viene coperto in misura consistente da fonti energetiche rinnovabili prodotte in sito.

È nel 2010 che la normativa comunitaria introduce per la prima volta il concetto di “edificio a energia quasi zero”, stabilendo che dal 1° gennaio 2021 tutti i nuovi edifici dovranno essere NZEB. Tale obbligo è scattato prima (il 1° gennaio 2019) per i nuovi edifici della P.A.

Alcune regioni italiane hanno anticipato le scadenze della normativa comunitaria e nazionale. L’Emilia-Romagna con D.G.R. 967/2015 (modificata per ultimo dalla D.G.R. 1261/2022) ha prescritto l’obbligo di rispettare i requisiti minimi degli edifici a energia quasi zero dal 1° gennaio 2017 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2019 per tutti gli altri edifici. Le disposizioni regionali, oltre a stabilire i requisiti minimi di prestazione energetica per gli interventi edilizi, prevedono anche obblighi in materia di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili nonché di installazione delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

La proposta di revisione: da NZEB a ZEB

La proposta di un’ulteriore revisione della Direttiva EPBD III, avanzata nel dicembre 2021 dalla Commissione europea, ha l’obiettivo di aggiornare i requisiti energetici degli edifici con i target di decarbonizzazione del parco immobiliare entro il 2050.

Il testo prevede – tra le altre cose - che dal 1° gennaio 2028 tutti i nuovi edifici siano “a energia zero” (ZEB), anticipando l’obbligo al 2026 per i nuovi edifici posseduti o occupati dalle amministrazioni pubbliche.

Uno ZEB è un edificio che consuma pochissima energia, è alimentato il più possibile da fonti rinnovabili, non produce in sito emissioni di anidride carbonica da combustibili fossili e indica sull’attestato di prestazione energetica il proprio potenziale climalterante basato sulle emissioni prodotte nell’intero ciclo di vita dell’edificio.