Il contesto europeo

A livello europeo, gli edifici risultano attualmente responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% dei consumi di energia; eppure, ogni anno soltanto l’1% di essi è sottoposto a lavori di ristrutturazione a fini di efficientamento energetico.

Risulta quindi evidente che, per il raggiungimento degli obiettivi climatici che si è data l’UE, è richiesto un intervento di progressiva decarbonizzazione dei nostri spazi di vita e di lavoro.

Si tratta di un impegno davvero sfidante, dal momento che il 75% degli edifici presenti oggi in Europa è inefficiente sotto il profilo energetico, trattandosi di edifici realizzati prima dell’entrata in vigore dei requisiti minimi di prestazione energetica.

La Commissione europea ha risposto a questa sfida con la pubblicazione, nell’ottobre del 2020, di una strategia integrata per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, denominata “Renovation Wave”. Tale strategia individua tre ambiti di intervento principali:

  • ridurre la povertà energetica ed il numero di edifici con basse prestazioni;
  • ristrutturare gli edifici pubblici;
  • decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento.

L’obiettivo della Commissione è quello di arrivare entro il 2030 ad (almeno) un raddoppio dell’attuale tasso di ristrutturazione; il raggiungimento di questo obiettivo porterebbe alla riqualificazione energetica di 35 milioni di edifici e alla creazione di 160mila nuovi posti di lavoro verdi nel settore dell’edilizia.

Di questi nuovi obiettivi tiene conto la proposta di revisione della direttiva EPBD III (direttiva 2018/844/Ue), che introduce nuovi standard edilizi di efficienza energetica e dispone – tra le altre cose - che entro il 2027 (per gli edifici non residenziali) ed entro il 2030 (per gli edifici residenziali) ogni Stato membro dovrà intervenire su almeno il 15% del proprio patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori, ovvero in Classe G, passando almeno alla Classe F.

Il quadro normativo regionale

L’Emilia-Romagna, attuando le disposizioni europee e nazionali in materia, si è dotata fin dal 2004 (legge regionale n. 26 del 23 dicembre 2004) di un sistema regionale in materia di requisiti minimi e di attestazione della prestazione energetica degli edifici.

Tale disciplina regionale è stata poi attuata e ridefinita dal 2015 mediante due distinti provvedimenti:

  • la D.G.R. 967/2015 in materia di requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici;
  • la D.G.R. 1275/2015 sul sistema degli Attestati di Prestazione Energetica degli edifici.

La D.G.R. 967/2015 (aggiornata per ultimo con la D.G.R. 1261/2022) definisce, tra le altre cose, i valori prestazionali limite nel caso di interventi edilizi, introduce l’obbligo di costruire i nuovi edifici “a energia quasi zero” (Nearly Zero Energy Building - NZEB), stabilisce le quote minime di energia termica ed elettrica da soddisfare tramite il ricorso alle fonti rinnovabili e introduce l’obbligo di installare infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

La D.G.R. 1275/2015 (aggiornata per ultimo con la D.G.R. 1385/2020) disciplina invece il meccanismo regionale degli Attestati di Prestazione Energetica e del relativo sistema di controllo di conformità, operativo dal 2016.

La riqualificazione degli edifici nel PER 2030

Il tema della riqualificazione energetica degli edifici è centrale anche nel Piano Energetico Regionale 2030 (PER). Infatti, l’Asse 4, “Riqualificazione del patrimonio privato” della proposta di Piano attuativo triennale 2022-2024 del Piano energetico regionale (approvata con delibera n. 1091 del 27 giugno 2022), indica in modo dettagliato gli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna intende perseguire nel triennio. In particolare, l’obiettivo è di raggiungere un tasso annuo di ristrutturazioni del patrimonio edilizio privato del 5% (attualmente è del 2%). Per raggiungere tale risultato è necessario ridurre gli ostacoli esistenti lungo la catena della ristrutturazione, dalla concezione del progetto al suo finanziamento fino al completamento dei lavori, con azioni politiche, strumenti di finanziamento e dispositivi di assistenza tecnica.

Fondamentale anche il ruolo delle Amministrazioni Pubbliche e degli edifici pubblici, cui è dedicato l’Asse 5 “Rigenerazione urbana e riqualificazione del patrimonio pubblico” della proposta di Piano attuativo triennale 2022-2024 del Piano energetico regionale. La Regione Emilia-Romagna, infatti, intende continuare nel percorso di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico, favorendo le riqualificazioni profonde e basate su tecnologie innovative e sulla trasformazione in “edifici ad energia quasi zero” (NZEB), coerentemente con la strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale.

Tale obiettivo sarà perseguito anche in attuazione della Priorità 2 del Programma Regionale FESR 2021-2027 “Sostenibilità, decarbonizzazione, biodiversità e resilienza”, attraverso l’Obiettivo specifico 2.1 “Promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra” che prevede una specifica azione destinata alla “Riqualificazione energetica negli edifici pubblici inclusi interventi di illuminazione pubblica”.

Tali previsioni sono coerenti con quanto riportato nel documento “Patto per il lavoro e per il Clima”, sottoscritto dalla Regione con le istituzioni e le parti sociali, che impegna il sistema regionale ad attuare strategie in linea con quelle del Paese e dell’Unione europea verso la neutralità climatica al 2050 e di rilancio e transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

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